Lo Scrigno di Pandora – 2021

Dopo la lunga pausa forzata per la pandemia la Compagnia LE BEFFE Teatro ha continuato la ricerca e l’elaborazione di nuovi testi ed aggiornando il proprio repertorio teatrale con nuovi studi.

Alla riapertura degli eventi al pubblico dell’estate 2021, la Compagnia esordisce con una anteprima della ultima produzione: Lo Scrigno di Pandora – Atto unico in tre quadri, liberamente riscritto ed adattato da Casa di Bambola di Henrik Ibsen con la regia di Alessandro Pelligra, e l’aiuto-regia del fondatore della Compagnia Le BEFFE, Salvatore Pagano.

La storia rispetta il testo e le atmosfere rarefatte di Ibsen, ma ne aggiorna i contenuti e attualizza i rapporti interpersonali tra i protagonisti di questa storia, ove ciascuno gioca un ruolo, a tratti dissimile da quello che appare ad una prima valutazione ed intimamente più complesso. I rapporti tradizionali tra uomo e donna, tra coniugi o amanti, tra amiche d’infanzia, sono sempre più articolati ed imprevedibili di quanto le convenzioni sociali non consentano di credere.

Nella riduzione del testo ibseniano, Micaela è una moglie semplice, allegra, volubile,  apparentemente felice del proprio posto faticosamente conquistato nella migliore società del piccolo capoluogo in cui vive, soddisfatta dei successi ottenuti e coronati dalla promozione del marito alla direzione del dipartimento. Ma è anche donna capace di superare le proprie fragilità e di affrontare le avversità della vita con coraggio e decisioni imprevedibili.

Attorno a lei un marito preoccupato esclusivamente della propria carriera, ma che l’ama sinceramente anche se non è in grado di intuirne i turbamenti profondi dell’animo. O l’amica d’infanzia, unica àncora che la lega al suo passato di giovinetta spensierata, ma che saprà sostenerla nei momenti più difficili. O l’attempato Dr. Cossu, suo galante ed inconfessato ammiratore, intento a filosofeggiare sui destini della vita. E poi la figura indecifrabile dell’intendente Bursich, disposto a tutto pur di salvarsi da un improvvido licenziamento.

Micaela ci condurrà per mano attraverso il suo travaglio e la sua trasformazione, rivelandoci solo alla fine un segreto inconfessabile e al contempo una decisione insospettata.

Courtesy by: Marianna Perilli in uno scatto di Nelita Specchierla 

PERSONAGGI

Dr. Marco AYANE, il marito

MICAELA, sua moglie

Dr. COSSU, amico di famiglia

INGE, amica d’infanzia di Micaela

Intendente BURSICH

Costumi

Scene

Direzione luci

Direzione Audio

Aiuto regia

Regia


INTERPRETI

 Francesco Bargi

Agnese Manzini

Mauro Tommasi

Valentina Rossi

Alessandro Toncelli

Valentina Rossi

Compagnia Croce Verde – Viareggio

Claudio Di Paolo

Edoardo Clermont

Salvatore Pagano

Alessandro Pelligra

FEMMES SAVANTES 

da Jean-Baptiste Poquelin (Molière)

È il salotto di Flaminia il luogo ove si incontrano le persone più interessanti, si trattano i temi più arguti, si disquisisce di filosofia, scienza, metafisica; si possono ascoltare i versi più ispirati, ancorchè inusitati. Proprio lì ruota tutta la colta borghesia di una piccola cittadina di provincia. Impossibile non frequentarlo, non coltivare al suo interno incontri ricchi di potenziali sviluppi, acquisire visibilità e notorietà locale. O forse questo è quanto credono indefessamente le tre donne che lo alimentano da alcuni anni, tre intellettuali – come esse stesse amano essere riconosciute – dedite unicamente alla lettura e alla speculazione dottrinale: l’altezzosa padrona di casa Flaminia, la sua diletta figlia Armanda, la vanesia cognata Elisa. Incuranti di tutto quanto d’altro ruota loro intorno, a cominciare dal povero marito Gugo, dal cognato Ernesto, a presunti spasimanti, per finire alla bistrattata servitù. Almeno fin quando il beffardo gioco del destino non provoca alcuni avvenimenti imprevedibili: l’amore della figlia minore per un giovane serio, ma modesto, e un catastrofico crollo di rispettabilità e di prestigio per tutti gli attori di questa farsa della vita. La penna sarcastica ed impietosa di Molière, contrappuntata da un femminismo (!) ante-litteram, qui si fonde con una ricostruzione di un salotto borghese dei nostri tempi, ove le ipocrisie e le velleità delle protagoniste si infrangono contro la semplice realtà delle quotidianità e dove tutti, ma proprio tutti, uomini e donne, vengono rappresentati e scherniti per la propria mediocrità. Forse questa è l’unica morale voluta da Molière: irridere sagacemente i suoi simili, di ogni epoca. 

La riduzione de Le BEFFE Teatro mantiene le atmosfere del commediografo (e attore) francese sottolineandone i toni grotteschi ed esilaranti nell’evolversi via via sempre più ironico della vicenda sino al suo imprevisto epilogo finale. La riscrittura testuale crea un ponte tra le epoche, così come le immagini, e le musiche; mai semplici contrappunti tra le scene. Proprio nella ricerca musicale si sono selezionati brani scritti, composti od eseguiti, esclusivamente da donne musiciste che hanno vissuto o raggiunto la propria maturità artistica nei primi quattro decenni del secolo scorso… 

Intellettuali illuminate anch’esse, Femmes Savantes del loro tempo…